Dedicato al Prof. Marco Cicardi e a tutti i colleghi italiani che hanno contribuito al progresso delle conoscenze e delle cure nel campo dell’angioedema.
Ultimo aggiornamento 19.04.2021
La prima descrizione in epoca moderna di un angioedema viene attribuita a Marcello Donato, che descrisse nel suo trattato De medica historia mirabili (Mantova, 1586) lo sviluppo di quella che oggi interpreteremmo come una reazione allergica all’uovo caratterizzata da edema al volto ed orticaria: “…At mirandum magis Illustris Comitis cuiusdam puerum cui si ova comedenda propinabantur statim ac deglutisset labia tumescebant, et facies purpureis, nigrisque; maculis conspergebatur…” (pag 305).
Due secoli dopo, nel 1777, Franz Anton Mai illustra nel suo libro Stolpertus, einjunger Artz am Krankenbette (Stolpertus, un giovane medico al capezzale) la progressiva evoluzione di un edema dalle labbra alle vie aeree. Bisognerà attendere però altri cento anni prima che nel 1982 Heinrich Ireaenus Quincke, prendendo spunto dalla tesi di laurea dello studente Eugen Dinkelacker, pubblichi una serie di casi di una malattia da allora universalmente nota con il suo nome.
In seguito e fino ai giorni nostri l’edema di Quincke sarà citato anche come edema angioneurotico – termine coniato nel 1885 da Paul Strübing che propendeva per una stretta correlazione fra sistema nervoso ed insorgenza dell’edema – nonostante l’identificazione di una componente familiare da parte di William Osler già nel 1888.
Quasi contemporaneamente il medico napoletano Teobaldo Falcone riporta nella Gazzetta degli Ospitali un caso di “edema acuto angioneurotico ereditario”, con un ragazzo che presenta gli stessi sintomi del nonno: stanchezza, inappetenza, dolori addominali, vomito, diarrea, edema monolaterale ad avambraccio e mano al risveglio…Non mancano alcune raccomandazioni profilattiche (“rimanere a letto, con pigiami di flanella”) e terapeutiche (”dieta azotata, limonea tartarica, liquore arsenicale di Fowler”), che oggigiorno ci fanno sorridere ma che probabilmente all’epoca erano applicate alla maggior parte delle condizioni morbose.
Il ‘900 è il secolo di una lenta svolta, in cui dopo l’individuazione del modello di ereditarietà autosomica dominante da parte di Joseph e Thomas Crowder (1922), Virgina Donaldson e Richard Evans nel 1963 riusciranno finalmente ad identificare nella carenza di C1-inibitore (C1-INH) il difetto fondamentale alla base dell’angioedema ereditario (HAE), aprendo la via all’utilizzo empirico del plasma (1969) e – dieci anni dopo – dei concentrati plasmatici di C1-INH nella terapia degli episodi acuti di HAE.
Nel periodo successivo si assiste ad una accelerazione delle scoperte sul coinvolgimento del sistema di contatto nella patogenesi dell’HAE ed emerge nel 1998, grazie agli studi dello svizzero Juerg Nussberger, il ruolo fondamentale della bradichinina (BK) come mediatore degli angioedemi correlati al deficit di C1-INH. Quasi contemporaneamente Konrad Bork descrive nel 2000 la prima variante di angioedema ereditario con C1-INH normale, mentre negli anni seguenti si assiste via via alla sintesi di nuovi farmaci specifici: un concentrato umano ricombinante di C1-INH, un antagonista recettoriale della BK, un anticorpo monoclonale anti-callireina ed un antagonista orale di questo enzima.
Anche l’Italia, sull’onda degli studi della Donaldson e, fra gli altri, di Fred Rosen che nel 1965 identifica la variante di tipo II di HAE (deficit funzionale di C1-INH con espressione antigenica normale) e di JR Caldwell che nel 1972 documenta un caso di carenza acquisita paraneoplastica di C1-INH, rientra con grande energia in campo: Angelo Agostoni individua nel 1973 a Milano la prima famiglia italiana affetta da angioedema ereditario, mentre al Centro ed al Sud si distinguono nell’ambito di questa malattia e di altre patologie legate al complemento Luigi Fontana con il suo giovane collaboratore Roberto Perricone a Roma e Melchiorre Brai a Palermo.
È però grazie a Marco Cicardi, allievo e successore del Prof. Agostoni, che l’Italia spicca definitivamente il volo nel campo dell’angioedema fino ad assumere un ruolo di leadership a livello mondiale.
Ad una intensa attività clinica e scientifica il Prof. Cicardi abbina una spiccata capacità organizzativa, intuendo in particolare che il progresso della ricerca, l’affinamento delle tecniche diagnostiche, la sperimentazione di nuovi farmaci e l’ottimizzazione delle capacità assistenziali richiedono una condivisione su vasta scala di ogni specifica competenza: dopo avere contribuito assieme ad Agostoni alla nascita della associazione italiana dei pazienti affetti da angioedema (AAEE, www.angioedemaereditario.org), il Prof Cicardi riunisce nel 2006 a Torino – sotto l’egida della SIAAIC (all’epoca SIAIC) – gli specialisti che allora si occupavano di angioedema ereditario per elaborare un documento comune che sarà poi pubblicato sulla rivista della società scientifica.
A quell’incontro se ne aggiungeranno molti altri, in particolare a Palazzo Feltrinelli a Gargnano ed a Chia in Sardegna, dove in due successivi congressi nel 2012 e 2013 si concretizza il progetto di un cammino italiano comune: nasce l’Italian Network for C1-Inhibitor angioedema (ITACA), la cui sigla richiama istintivamente l’impulso irrinunciabile a cercare nuovi orizzonti senza mai perdere di vista le radici comuni.
ITACA si caratterizza fin da subito per la sua unità di intenti in ogni campo di azione, a partire dalla pubblicazione della prima survey italiana sull’angioedema da carenza di C1-INH nel 2015. Seguono diversi altri manoscritti e la partecipazione coordinata ad iniziative culturali, scientifiche ed assistenziali fra cui spicca, nel 2016, la creazione del Registro di pazienti affetti da angioedema afferenti a centri di riferimento specialistico di III livello – ITACA, che costituirà l’embrione di un HAE Global Registry esteso su scala internazionale.
Mentre il numero dei centri di riferimento si amplia e nuovi progetti incalzano, ad agosto 2019 piomba addosso ad ITACA ed ai suoi cari, come un fulmine a cielo sereno, l’improvvisa scomparsa di Marco Cicardi.
“…È davvero impossibile riassumere il curriculum di Marco, tanti sono stati i suoi traguardi accademici, i suoi riconoscimenti scientifici in ambito nazionale ed internazionale ed i premi alla sua carriera.
Noi vogliamo ricordarlo soprattutto come un Maestro ed un grande Amico.
Siamo sicuri, però, che quello che ci mancherà di più è il suo sorriso ironico e scanzonato… porteremo dentro di noi quel sorriso, sapendo che Marco rimane insieme a noi a continuare tutti i progetti ed a perseguire tutti gli obiettivi che aveva intrapreso…”
Viene meno in un attimo la figura più rappresentativa nel mondo dell’angioedema ed allo stesso tempo il collante di ITACA, ma proprio lo spirito di iniziativa da lui trasmesso all’intero gruppo costituisce lo stimolo a proseguire con sempre maggiore determinazione ed impegno il percorso intrapreso: già ad ottobre 2019 i rappresentanti dei centri di riferimento si riuniscono a Napoli, dove si stabilisce di dare vita ad una associazione legalmente riconosciuta individuando nel Presidente della AAEE, Pietro Mantovano, il garante di questa fase di transizione.
Un mese dopo, il 23 novembre, si svolge a Milano la assemblea costitutiva dell’attuale rete che elegge Mauro Cancian come suo presidente ed approva la nuova denominazione di ITACA: Italian network for hereditary and acquired angioedema.
La successiva pandemia di SARS-Cov-2 sconvolge ogni piano, ma non impedisce ai 20 centri di riferimento italiani di costituirsi in associazione e di registrare il proprio statuto il 3 giugno 2020, primo giorno di riapertura lavorativa dopo il lockdown nazionale.
Nonostante le persistenti difficoltà derivanti dalla situazione epidemiologica, nei mesi successivi si tiene un ciclo di seminari web patrocinati da AAITO, SIAAIC, SIMI e viene attivato un corso FAD su orticaria ed angioedema. Sono inoltre lanciati alcuni progetti di ricerca ed una iniziativa di rilievo nazionale sull’angioedema in età pediatrica in collaborazione con la SIAIP.
Il 25.03.2021 si è svolta la prima assemblea ufficiale dei 21 centri di ITACA.